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Superare la Timidezza
10 Regole per Superare la Timidezza di Tuo Figlio
Spesso capita di confondere la timidezza con l’introversione, ma in realtà sarebbe bene fare chiarezza su due concetti molto distanti tra loro. Da una parte ci sono le persone introverse o silenziose; dall’altra i timidi. La timidezza è una caratteristica molto comune tra gli individui a prescindere dal fattore anagrafico ed è spesso classificata come una forma d’ansia sociale che si estrinseca attraverso comportamenti di scarsa acquiescenza nei confronti di circostanze in cui vedono coinvolti gruppi più o meno numerosi di soggetti. Nonostante si tratti di un fenomeno oggetto di numerosi studi o, d’altro canto, venga trascurato come fattore secondario all’interno delle dinamiche relazionali, le timidezza rimane un problema presente e pressante all’interno della vita sociale delle persone che cercano (ed è bene che trovino) delle soluzioni.
Se sei la mamma o il papà di un bambino timido, è importante che sia tu per primo ad imparare fin da subito l’utilizzo di strategie efficienti che possano aiutarlo a superare i suoi ostacoli emotivi. Inoltre, è fondamentale investire particolarmente sulle prime fasi di sviluppo del piccolo onde prevenire delle ripercussioni all’interno della sfera relazionale con il gruppo dei pari o nelle interazioni tra amici che andranno complicandosi – diventando sempre più ostinate – col passare del tempo. La timidezza può essere una situazione temporanea o far parte della personalità del tuo bambino.
Timidezza: consigli e strategie per il bambino
Di seguito troverai 10 utili regole per aiutare tuo figlio a superare la timidezza.
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Racconta al tuo piccolo di quando anche tu sei stato un bimbo timidone
È piuttosto comune, tra i bambini, individuare nella persona di mamma e papà non solo un esempio da emulare, ma addirittura far sì che i propri genitori incarnino dei veri e propri supereroi ai suoi occhi. A partire da tali premesse, ogni loro racconto o aneddoto relativo alla loro somiglianza con il proprio figlio che si sente così più fragile ed ambisce ad essere come loro sarà da un lato rassicurante e dall’altro estremamente utile per i piccoli. Adottare un approccio alla timidezza di natura leggera e divertente esorcizzerà lo stato di disagio che i bambini che si trovano a doverla affrontare vivono quotidianamente. Se un genitore parla al proprio figlio di quando anche lui, da bambino, ha dovuto affrontare la propria timidezza, il bambino si sentirà meno a disagio e meno solo riuscendo a scorgere i lati positivi del proprio comportamento. In genere accade che ad un certo punto i bambini timidi acquistino coscienza dei loro strani atteggiamenti ed inizino a sentirsi a disagio quando non estromessi ed esclusi dal gruppo dei pari. Ciò comporta inevitabilmente una frustrazione ed un abbassamento notevole dell’autostima e della fiducia in se stessi: sarà dunque compito del genitore quello di mettersi nei suoi panni e, armato di pazienza e delicatezza, entrare nel suo mondo nella maniera più indolore possibile.
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Fai in modo che tuo figlio acquisti consapevolezza rispetto alla sua timidezza ed impari così a gestirla al meglio
Quasi tutti i bambini, giunti ad un certo livello di maturazione, sperimentano l’impatto con la propria timidezza, ma per alcuni tra loro il problema si manifesta in forme più estreme che possono ripercuotersi davvero negativamente arrivando ad influenzare perfino gli stati psicofisici del soggetto a causa dell’isolamento e della frustrazione provati, ma anche del senso di rifiuto verso l’interazione con altri bambini. È fondamentale non dar mai al bambino l’impressione che ci sia qualcosa di sbagliato in lui perché così agendo si rischierebbe solo di aggravare una situazione di insicurezza e timidezza già grave, espandendone la portata ad altre circostanze sociali. Come genitore, dovrai cercar di entrare in empatia con i loro sentimenti aiutandoli a sentirsi a proprio agio con se stessi, incoraggiandoli a sviluppare delle tecniche relazionali come andar fuori a giocare con i coetanei o frequentare dei corsi insieme che miglioreranno gli approcci sociali.
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Fai in modo che il tuo bambino non venga mai etichettato come “timido”
Perché è timido? Il suo comportamento è normale? Secondo il Professore presso l’Università di Harvard Jerome Kagan, la timidezza può rientrare nel novero delle cosiddette reazioni indotte, supportando la sua tesi attraverso le stime che confermano come circa il 50% degli americani dichiara di aver provato un senso di timidezza in almeno una o due circostanze durante il corso della propria esistenza. Ne deriva che la timidezza possa davvero essere “appresa”, piuttosto che inserirsi all’interno del genoma o del corredo caratteriale insito dalla nascita nell’individuo. Tuttavia, i genitori dovrebbero stare all’erta rispetto all’utilizzo del termine “timido” in presenza del proprio figlio in quanto sta nella natura del bambino interpretare le parole in maniera personale, spesso fraintendendo. Se davvero desideri essere d’aiuto per tuo figlio nel superamento di una situazione di timidezza, devi fare in modo che non comincino mai a sentirsi dei “bambini timidi” per definizione, rientrando in una categoria di outsider e, per questo, si sentano autorizzati in qualche modo a giustificare il senso di esclusione e frustrazione per un comportamento che reputano parte di sé, inalienabile ed insuperabile in base all’equazione “timido=io=impossibilità di cambiare me stesso=tutti mi vedono come timido=gli altri mi escludono in quanto timido= non posso cambiare me stesso come timido”. Fai in modo che quel “timido” possa essere sostituito dal nome proprio, l’impossibilità nella possibilità del bambino e lascia che si senta più del suo “problema”.
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Presta particolare attenzione al tuo comportamento in presenza di altre persone
Ricorda che nella maggior parte dei casi i bambini vedono dei mentori e degli esempi nei genitori così che le loro relazioni ed interrelazioni con gli altri influenzeranno in maniera permanente i comportamenti sociali del piccolo. A questo proposito, per aiutare i propri figli a superare la timidezza è bene approcciarsi agli altri in maniera amichevole, così come è raccomandabile mostrare loro la propria disponibilità a prodigarsi per aiutare il prossimo, parlare con chi ha bisogno o dimostrare un approccio calmo e rilassato durante gli incontri con altre persone. Per fornire un esempio concreto potresti invitare più amici che abbiano figli a casa per fare in modo che il tuo bambino possa vedere come ci si rapporta con gli altri in termini di relazioni sociali.
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Insegna al tuo bimbo come costruirsi una buona rete di amicizie
Un’altra strada efficace e percorribile che aiuterà te come genitore nel supportare tuo figlio affinché consiste nel guidarlo in un percorso di apprendimento di nuove competenze relazionali, d’interazione sociale funzionali alla creazione di nuove amicizie, nell’approccio ludico e reciproco con i pari. Sii paziente e procedi a piccoli passi, prendendolo per mano verso la scoperta dell’universo, per lui sconosciuto, fatto di gioie e benefici derivanti dallo scambio relazionale. Prova a documentarti, per mostrarti preparato, attraverso la lettura di libri specifici nel campo parentale. Se ti capita di sentire tuo figlio lamentarsi rispetto ad un rifiuto o del fatto che nessuno paia apprezzare come è, il suo “strano” comportamento, appellati alla tua pazienza e spiegagli dolcemente come è bello essere diversi, aiutalo a valorizzare i suoi tratti che rendono ognuno di noi – lui compreso – unico ed avvalora la tua tesi con degli esempi concreti alla sua portata.
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Sii una fonte di costanti opportunità per il tuo bambino, mettendolo in condizione di interagire sempre con il gruppo dei pari
Altra alternativa per superare la timidezza sta nel dare a tuo figlio l’opportunità di prendere parte integrante ad attività sociali che li mettano a confronto con l’universo collettivo facendo pratica con le proprie abilità relazionali. Ad esempio, puoi portarli al parco e lasciare che giochino con altri bambini o mandarli in vacanza studio. C’è un grande repertorio di possibilità che possano fare al caso aiutando il tuo bambino a simulare e sviluppare dele abilità sociali con il gruppo dei pari. Ma c’è di più: incoraggiando il tuo piccolo ad ogni traguardo raggiunto, ad ogni piccola abilità acquisita, costituirà una vera e propria fonte per la sua autostima e una spinta motivazionale che lo indurrà a voler fare sempre più e sempre meglio.
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Fai sì che il tuo bambino si senta gratificato e ricompensato per ogni traguardo conquistato attraverso l’interazione sociale
Tutte le volte che il tuo bambino si mostrerà intenzionato ad uscire e prendere parte ad un’attività sociale, trova sempre la maniera giusta per ricompensare la sua buona volontà facendogli capire che stai notando i suoi sforzi e sta procedendo benissimo. Anche un piccolo miglioramento, quasi invisibile, ma per lui così grande, dovrebbe trovare gratificazione, specie durante le prime fasi, quando ogni piccola conquista nell’apertura verso il prossimo è frutto di un grande impegno. Potresti anche optare per parlare prima con tuo figlio creando in lui l’attesa e la spinta all’azione in vista di una ricompensa futura per il coinvolgimento in un’attività sociale.
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Insegna competenze sociali basilari ed efficienti
La saggezza popolare ci insegna che è meglio prevenire che curare e questo, in quanto genitore, dovrebbe costituire il tuo mantra consolidato. Procedi nell’affiancamento di tuo figlio verso la conquista dei territori di interazione sociale o ricorri ai mezzi di educazione tecnologica che mettano a sua disposizione un “insegnante” automatico progettato appositamente per coloro che hanno problemi di socializzazione. Se davvero desideri aiutare tuo figlio a superare la timidezza, sappi che la base imprescindibile sta nell’acquisizione degli strumenti adeguati per “scalare la montagna” delle relazioni sociali: la capacità di stabilire un contatto oculare, sorridere o rispondere alle domande in maniera educata. Fai in modo che tutto acquisti il sapore di un gioco così che per il piccolo risulti quasi divertente mettersi alla prova e non prenda troppo sul serio (aggravandolo) il suo stato emotivo. Insegnagli le fondamenta a casa, nell’ambiente domestico protetto durante delle interazioni consuete e analizza la loro reazione per comprendere fino a che punto puoi spingerti e ciò che è giusto chiedergli: ricorda che stai lavorando per lui e sappi ascoltare le sue necessità senza fretta.
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Leggi a tuo figlio dei libri educativi
Leggere ai tuoi piccoli delle fiabe o dei racconti popolati da personaggi che sono stati in grado di superare la timidezza può essere un buon esempio per aiutare anche loro. Fai qualche ricerca per trovare dei libri educativi che abbiano un impatto positivo nel percorso di tuo figlio.
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Aiuta tuo figlio ad esprimere i suoi sentimenti senza remore
L’ultimo consiglio per aiutare tuo figlio a superare le sue timidezze risiede nel caldeggiare la loro apertura, trovando una maniera gentile perché possano sentirsi a proprio agio ed esprimere i sentimenti liberamente, specialmente quelli negativi. Se riuscirai a cogliere le sue paure e l’insieme di emozioni che vive sarai anche in grado di incoraggiarlo all’apertura nei confronti, prima ancora che verso gli altri, verso se stesso. Insegnagli che non c’è nessun pericolo nel guardarsi dentro ed esternare ciò che si prova, anzi, fagli capire che tenersi tutto dentro può diventare un peso molto grande. Forse la cosa migliore da fare sarebbe inserirlo in un ambiente in cui si senta sicuro e pronto alla condivisione della parte più delicata di sé.
Fonte: tenmania.com
Articolo pubblicato da l 21 novembre 2013, tradotto da Silvia Tramatzu.
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